Andiamo alla "Rosa Selvatica" una volta all'anno, ospiti dei miei suoceri che, a loro volta, sono ospiti dei gentilissimi signori Bonvicini. E' quindi evidente perché non indico il prezzo della cena … non lo conosco! :).

Ambiente rustico, quasi montano, con una parte di grosse pietre a vista, un grande focolare (centro nevralgico del ristorante) ed una cinquantina (forse) di coperti. Menu senza variazioni, da anni, ma è giusto così: antipasto di affettati di buona qualità, funghetti e carciofini sott'olio, lardo e lonza che si sciolgono in bocca, scelta tra 2 primi con una nota particolare per la splendida minestrina di fegatini, ottima anche per preparare la panza all'arrivo dello spiedo (in alternativa tagliatelle ai porcini) e quindi … lui … il protagonista indiscusso della Rosa Selvatica: lo spiedo. Preparato dal titolare con una cura maniacale, spiedato a mani nude (ieri sera mi ha mostrato l'insensibilità raggiunta negli anni di lavoro maneggiando alcuni tozzi di brace incandescente) arriva servito dalle cameriere appena tolto dal fuoco, quindi sempre ben caldo. Uno, due, tre, quattro giri di spiedo sempre caldo, buono, perfettamente cotto e non troppo salato o secco! Insomma, un ottimo spiedo, con la giusta quantità di uccellini e patate.

A questo punto, quando ormai credi di aver finito … ti cambiano il piatto e ti portano posate pulite. Ti aspetteresti il dolce e invece … la sopresa più gradita: una bella formaggella di montagna viene tagliata in due nel senso della larghezza (mantenendo quindi la forma tonda) e posizionata sulle braci. Girata un paio di volte arriva al tavolo come una torta … calda, morbida da un lato (quello tagliato) e croccante dall'altro (quello della crosta) meriterebbe una cena solo per lei … ma inaspettatamente trovi sempre le energie e lo spazio necessario per almeno una fettina (3 nel mio caso … troppo buona!)

Seguono dolci (gelato, meringata e crostata di frutta) e le immancabili castagne … ma io mi limito a queste ultime … fingendo di essere a dieta (e chi ci crede?)

Un paio di raccomandazioni: trovare il ristorante è semplice, arrivati a Gavardo si segue per il Monte Magno. Passato il semaforo sulla strettoia che regolamenta il traffico in senso alternato a Sopraponte, poco dopo si volta a destra (seguendo sempre per Monte Magno), quindi occhi ben aperti al cartello (sulla destra) che indica il ristorante (sulla sinistra). Se volete andare preparatevi a lunghe liste d'attesa per le prenotazioni nel week end …