Sono passate quasi due settimane. La voglia di scrivere ancora non c'è, ma Mirko mi ha insegnato che bisogna guardare avanti e, a piccoli passi, provare a ripartire. Inutile dire che una risposta a tutte le domande di questi giorni non si è trovata. Ci si chiede perché, perché e ancora perché, ma serve veramente a poco. Cerchiamo di stringerci in un abbraccio il più frequentemente possibile, ma il vuoto che Mila ha lasciato nelle nostre vite è veramente incolmabile. Il pianto, l'arrabbiatura e la protesta non si placano e sono, secondo l'amico Don Claudio, legittime e sane.
Siamo piccoli fogli di carta … un soffio di vento e voliamo via.
Una risposta, per quanto si cerchi, non si trova. Anch’io ho pianto su delle tombe sbagliate, che non avrebbero dovuto esistere almeno per altri quarant’anni, ma sono lì – muta conferma alla precarietà della nostra esistenza.
La fede aiuta, è vero… ma la ferita nell’anima rimane. Dopo qualche anno sembra rimarginata, poi basta un accenno per sentirsi mancare il terreno da sotto i piedi, e ci si ritrova a contemplare tutti le trame di un’esistenza interrotta.
Consolati, Ste, perché questo fa parte dell’avventura terrena, ed è bello sapere che in tanti condividiamo queste esperienze, e che sono loro che ci rendono umani.
Ciao Mauro, non sai il piacere di leggerti. Che strana la vita, ti fa incontrare nei luoghi più insolite e nelle occasioni più strane. Mi hai dato un momento di gioia, grazie!