L'aver ripreso in mano il libro di Terzani mi ha fatto ricordare che da tempo volevo scrivere due righe su questo concetto, che non conoscevo prima di incontrare il penultimo libro dello scrittore/giornalista italiano.

Nelle pagine di "Un altro giro di Giostra" Terzani racconta, tra l'altro, del suo incontro con la medicina alternativa. Ad un certo punto del libro racconta di aver letto un testo di tale Rupert Sheldrake, nel quale è ben espresso l'interessante fenomeno della "Risonanza Morfica". La tesi, in soldoni, è che (cito da Terzani) tutti gli esseri viventi, e molto probabilmente anche i minerali, riescono in qualche modo ad acquisire nella loro memoria fatti avvenuti precedentemente ai loro simili, senza che fra di loro ci sia stata alcuna possibile comunicazione … almeno non un tipo di comunicazione a noi conosciuto.

L'esempio che Terzani riporta è quello di un esperimento fatto a Londra su topi di varie generazioni, messi in una vasca che lentamente si riempie d'acqua e da cui esiste una sola via di uscita. Beh, il fatto che i topi imparino, generazione dopo generazione, a sopravvivere non è particolarmente impressionante, specie per noi post-Darwiniani. E' del tutto sorprendente, invece, scoprire che ripetendo lo stesso esperimento in Australia quasi tutti i topi della prima generazione già riescono a salvarsi. Come se avessero imparato dall'esperienza dei "cugini" londinesi.

Che dire? Terzani va oltre e ipotizza che la stessa teoria possa spiegare una ricetta omeopatica datagli da un esperto: sciogliere una goccia di un rimedio in 50.000 gocce d'acqua, diluendole ulteriormente qualora gli effetti nn fossero stati quelli voluti. Che la sostanza disciolta nell'acqua passi alle molecole di quest'ultima le informazioni necessarie per curare il male del paziente?

Altre prospettive? 

Di Ste